domenica 17 marzo 2024

TROVA GLI ESTRANEI #goliardia

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PARTITA DEL CUORE - La Nazionale della Valle Caudina contro quella degli Attori Italiani: il 20 aprile? TUTTI ALLO STADIO! | CAUDIUM


PARTITA DEL CUORE - La Nazionale della Valle Caudina contro quella degli Attori Italiani: il 20 aprile? TUTTI ALLO STADIO! | CAUDIUM

Inizia il conto alla rovescia per l'esordio della Nazionale della Valle Caudina contro la Nazionale Attori Italiani. Calcio, musica e solidarietà, finalmente, saranno protagonisti il 20 aprile, alle ore 10.30, per la prima edizione “Partita del Cuore”. A sfidare la prestigiosa compagine che gira tutta la Penisola, isole comprese, troveremo sul prato dello Stadio dedicato ad Armando Allegretto le vecchie glorie del panorama calcistico della Valle Caudina.

A promuovere l’iniziativa non è l'Unione dei Comuni Caudini, ma il Comune di Montesarchio in collaborazione con varie associazioni operanti sul territorio e con l'appoggio di Confindustria Benevento. La partita si svolgerà presso il nuovo Comunale di Montesarchio e l’intero ricavato verrà donato in beneficenza per la realizzazione di importanti progetti di solidarietà e di aiuto ai bisognosi.



A curare l’evento il consigliere con delega allo Sport Nico Ambrosone che sta già lavorando al coinvolgimento di scuole e di associazioni per rendere indimenticabile, per Montesarchio e la Valle Caudina, la giornata del 20 aprile. L’attesa, ora, è per conoscere i nomi dei componenti della nazionale Attori: se ne saprà di più l’ultima settimana di marzo. Nel frattempo la “Partita del Cuore” – su richiesta del sindaco Carmelo Sandomenico – ha ricevuto anche il Patrocinio della Provincia di Benevento
Molta curiosità per l'esordio della Nazionale tutta Caudina, ma approfondiremo l'argomento sulle colonne digitali de Lo Schiaffo 321 con uno speciale, vista l'importanza dell'evento sotto vari aspetti politici e culturali, oltre alla beneficenza in sé.


ATTORI NAZIONALI
La Nazionale Calcio Attori da anni dona emozioni, sorrisi e speranze che poi si concretizzano per mezzo di raccolte fondi per beneficenza. La Partita del Cuore in Valle Caudina rappresenta l'essenza di una squadra che in principio si chiamava Attori e Cantanti ed era composta da Pier Paolo Pasolini, il capitano, Ninetto Davoli, Franco Citti, Franco Nero, Ugo Tognazzi, Enrico Montesano, Sergio Leonardi, Little Tony, Enzo Cerusico, Philippe Leroi, Max Dean, Antonio Sabato, Tony Santagata, Giorgio Bracardi, Gianni Nazzaro, Maurizio Merli, Stelvio Cipriani.

Gli artisti in pantaloncini e scarpette calcavano i vecchi campetti di periferia prima di incontrare l'ideatore Livio Lozzi, insignito nel 2005 dalla prestigiosa oda onorificenza di Cavaliere della Repubblica per la sua attività a scopo benefico. L'energico Livio guida, coordina e promuove la solidarietà degli Azzurri dello spettacolo ancora oggi.
"Lozzi, esperto di manifestazioni calcistiche a scopo benefico, unitamente a PierPaolo Pasolini - si legge sul sito della NICA - avvia la prima associazione sportiva di attori, chiamata Trofeo della Pace Artisti e Calciatori. Sulle magliette indossate dagli Artisti campeggia il Trofeo della Pace: un albero di ulivo con cinque mani, a sostegno del mondo. Nel 1978 la squadra cambia il nome in Nazionale di Calcio degli Artisti; gli allenamenti sono bisettimanali, con professionisti e in strutture messe a disposizione dal CONI.

Tra le stelle del passato che hanno indossato i colori della Patria ci sono i personaggi che tramite la televisione e/o il grande schermo hanno stretto un contatto con il Popolo. Grazie alla loro popolarità, infatti, le Partite del Cuore riescono sempre a centrare l'obiettivo e a destinare gli incassi a chi necessita di aiuto concreto. Non di chiacchiere e chiacchiericcio. Riportiamo i nomi degli artisti, in versione "attore", che hanno difeso nel corso del tempo il Tricolore sui prati d'Italia per contribuire alla riuscita di tante nobili cause:

Carlo Verdone, Massimo Troisi, Raimondo Vianello, Luciano De Crescenzo, Francesco Nuti, Lino Banfi, Nino D’Angelo, Claudio Amendola, Gianni Morandi, Raoul Bova, Fabrizio Frizzi, Massimo Giletti, Corrado Tedeschi, Mino Reitano, Paolo Conticini, Umberto Tozzi, Cristian De Sica, Giorgio Pasotti, Sebastiano Somma, Maurizio Aiello, Maurizio Mattioli, Milo Coretti, Francesco Pannofilo, Alessio Di Clemente, Riccardo Sardonè, Francesco Giuffrida, Pino Insegno, Roberto Ciufoli, Giulio Scarpati, Ray Loveloch, Gaetano Amato, Raffaello Balzo, Giuseppe Zeno, Giulio Base, Danilo Brugia, Carmine Recano, Enio Drovandi, Ciro Esposito, Gennaro Silvestro, Fabrizio Rocca, Luca Riemma, Antonio Tallura, Salvio Simeoli, Raimondo Todaro, Andrea Montovoli, Piero Mazzocchetti, Gianluca Di Gennaro, Sergio Friscia e tantissimi altri.

Lo Schiaffo 321 continuerà a seguire la vicenda. 

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

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IL MARE CONTRO LA TERRA - de Benoist e Freund, “rileggono” il pensiero del grande giurista e politologo tedesco Carlo Schmitt | CULTURA

IL MARE CONTRO LA TERRA - de Benoist e Freund, “rileggono” il pensiero del grande giurista e politologo tedesco Carlo Schmitt | CULTURA

In questo lavoro i due saggisti di fama mondiale, Alain de Benoist e Giuliano Freund, “rileggono” il pensiero del grande giurista e politologo tedesco Carlo Schmitt.

La ricerca del saggio parte dall’analisi della grande opera politico-filosofica di Schmitt, Terra e Mare, in cui la storia del mondo viene riletta nella prospettiva di una opposizione fondamentale, ossia quella geopolitica e spirituale tra nazioni di Terra e nazioni di Mare. Schmitt mostra infatti come Terra e Mare nella loro polarità siano due componenti del segreto motore della conflittualità storica.

A. De Benoist- Scrittore, saggista, filosofo. Si interessa soprattutto di filosofia politica e storia delle idee. Dirige le riviste Krisis e Nouvelle École. Ha pubblicato oltre novanta libri.

J. Freund-  È stato tra i più grandi filosofi e sociologi francesi. Traduttore ed esperto del pensiero di Max Weber.


"... seguir virtute e canoscenza"

Diana edizioni è un progetto editoriale animato da un gruppo volontario di studenti, ricercatori, giornalisti, intellettuali. Una realtà associativa che ha come scopo la promozione, lo sviluppo e la diffusione della “cultura” in tutte le sue forme ed espressioni. Le nostre collane hanno l’ambizione di proporsi come strumenti di ricerca e percorsi formativi in grado di sfidare la desertificazione intellettuale determinata dalla sterile accettazione del “mito del consumo” e degli assiomi del politicamente corretto.

sabato 16 marzo 2024

Francesco II, l’ultimo Sovrano a regnare sulle Due Sicilie | CULTURA

Francesco II, l’ultimo Sovrano a regnare sulle Due Sicilie 

Francesco II è l’ultimo Sovrano a regnare sulle Due Sicilie; è con lui che avviene l’invasione del Regno da parte prima dei garibaldini e poi dell’esercito sabaudo, e quindi l’annessione al neonato Regno d’Italia. Il tutto solo un anno dopo la morte di Ferdinando II, avvenuta quando questi aveva solo 48 anni, mentre Francesco si è trovato inaspettatamente sul Trono alla giovane giovane età di 23 anni.

Era nato il 16 gennaio 1836 primogenito di Ferdinando II e della sua prima moglie Maria Cristina di Savoia, che lo lascerà orfano di madre solo quindici giorni dopo la sua nascita. Sia il padre che la sua seconda moglie, la Regina Maria Teresa d’Asburgo, gli impartirono, con l’ausilio dei padri gesuiti, un’educazione fortemente religiosa, ma non priva di cultura generale, anche se non ebbe mai quella militare di cui era ricco Ferdinando

Per altro, questi gli insegnò sempre l’amore al Regno e i suoi doveri verso i sudditi, che venivano prima di ogni altra cosa, dopo quelli verso Dio, naturalmente. In ogni caso, i rapporti con la matrigna non dovettero essere facili, in quanto, come è anche naturale, ella pensava anzitutto ai propri figli (ne ebbe 11, fra cui il futuro capo della Real Casa dopo la morte di Francesco, Alfonso Maria, Conte di Caserta), ma mai conflittuali; Francesco da parte sua rispettava la Regina, e questa si preoccupava di seguire il futuro sovrano.

Ferdinando gli scelse come moglie Maria Sofia di Baviera, figlia del Duca Massimiliano, sorella di Elisabetta, la moglie dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. Maria Sofia, come tra poco vedremo, si rivelerà, nei tragici giorni della loro vita, una donna eccezionale, mai più dimenticata dai sudditi ed ammirata in tutta Europa.

I primi tempi a Corte non furono facili per Maria Sofia, destinata a non intendersi con la Regina; ma aveva al contrario tutta la simpatia del Re, che le era sinceramente affezionato. Il problema fu che proprio con il suo arrivo a Napoli iniziò la malattia che condusse Ferdinando alla morte; l’elevazione al Trono di Francesco e Maria Sofia rese ancor più critici i rapporti con la Regina madre; ma ormai ben altri problemi si stavano preparando all’orizzonte, e Maria Sofia saprà dimostrarsi Regina forte e coraggiosa come poche altre nella storia: il pensiero non può non andare alla Maria Antonietta degli ultimi tempi della sua vita, e anche se a Maria Sofia per fortuna fu risparmiata la tragedia della morte sua e del marito, un più lento dolore le toccò in sorte per tutto il resto della sua lunga esistenza (morirà nel 1925).

Francesco di fatto poté regnare da libero sovrano solo l’arco di un anno; poi dovette occuparsi di affrontare l’invasione del Regno. Eppure già in così poco tempo poté fornire qualche minimale dimostrazione di cosa sarebbe stato il suo regno qualora gli fosse stato concesso di governare serenamente come ai suoi antenati. Certamente non possedeva la forza di carattere del padre, né, come è ovvio, l’esperienza politica, ma era uomo ricco di bontà e umanità, uomo di profonda fede e senso del dovere verso i sudditi, e specie verso i bisognosi. 

Univa alla capacità riformatrice dei suoi antenati, ancor più di questi un profondo senso dei doveri religiosi, il che in effetti lo rendeva forse il migliore dei sovrani per i suoi sudditi. Del resto, la feroce resistenza filoborbonica che avvenne negli Anni Sessanta e che vide coinvolti decine di migliaia di uomini e donne in armi a difesa dei suoi diritti legittimi, è la miglior riprova di quanto appena affermato.

Fin dalla sua salita al Trono, concesse tante amnistie, nominò delle commissioni apposite per visitare i luoghi di pena e apportare le migliorie necessarie; volle concedere maggiore autonomie locali ai municipi, e diminuì il peso dei legami burocratici; a Palermo e Messina accordò franchigie daziarie, a Catania istituì un Tribunale di Commercio e le Casse di conto e di sconto; condonò in Sicilia gli avanzi del dazio e dimezzò l’imposta sul macinato, abolì il dazio sulle case terrene ove abitava la povera gente e ridusse le tasse doganali, specie quella sui libri esteri; 

diminuì anche le tasse sulle mercanzie estere, concesse Borse di Cambio a Chieti e Reggio Calabria; ordinò che si aprissero monti frumentari e monti di pegni, e Casse di Prestito e di Risparmio nei paesi che ne erano privi; essendovi stata una carestia di grano, mentre i ribelli già accusavano il Re di voler far gravare il peso sui poveri, egli dava ordine di distribuire a prezzo ridottissimo intere partite di grano estero alle popolazioni, per altro con perdita economica da parte del governo. 

Creò inoltre cattedre, licei e collegi, e istituì una commissione per il miglioramento urbano di Napoli (aveva in mente a riguardo di costruire mulini a vapore governativi per offrire la macinazione gratuita dei grani, ma l’idea non poté essere attuata per l’arrivo dei garibaldini); ampliò la rete ferroviaria e chiese stretto conto dei ritardi dei privati nelle costruzioni già accordate, e con decreto del 28 aprile 1860 prescrisse l’ampliamento della rete con la linea Napoli-Foggia e Foggia-Capo d’Otranto; poi ordinò le linee Basilicata-Reggio Calabria e un’altra per gli Abruzzi, mentre già pensava anche alla Palermo-Messina-Catania.

Il 1° marzo 1860 prescrisse a tutti i fondi la servitù degli acquedotti, ed evitando così gli impaludamenti favorì l’irrigazione dei campi e quindi la salute pubblica; dispose poi il disseccamento del Lago del Fucino, fece continuare il raddrizzamento del fiume Sarno scavando un canale navigabile, ordinò che si continuassero i lavori nelle paludi napoletane e lo sgombro delle foci del Sebeto. Tutto questo in un anno. Ancora nel 1862, ormai esule a Roma, inviò una grossa somma ai napoletani vittime di una forte eruzione del Vesuvio.

Dopo la caduta del Regno, i Reali furono ospitati a Roma da Pio IX (che ricambiava in tal maniera l’ospitalità ricevuta da Ferdinando II nel 1848-1850) prima al Quirinale poi a Palazzo Farnese, fino al 1870. In questi anni, essi tentarono dapprima di fomentare la resistenza filoborbonica che stava prendendo piede nell’ex-Regno, ma poi si resero conto che tutto era perduto e non vollero essere causa di altro sangue, di altro odio e dolore.

Privati dei loro beni personali dai Savoia (erano stati sequestrati senza alcun diritto né giustificazione da Garibaldi, non solo i beni immobili, ma anche quelli mobili, che Francesco non aveva voluto portare con sé), essi dovettero spostarsi spesso, e vissero per molto tempo a Parigi, e di tanto in tanto in Baviera nelle tenute della famiglia di Maria Sofia, conducendo vita serena e modesta. 

In uno di questi viaggi, nel 1894, in pace con Dio, con il prossimo e quindi con la propria coscienza, Francesco II si spegneva ad Arco (Trento). Capo della Real Casa, non avendo egli eredi, divenne il fratello Alfonso Maria di Borbone delle Due Sicilie, Conte di Caserta.

Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321".

 Immagini tratte dalla rete. Fonte: quarsoft.info

INTOLLERANZA - Tutti All'Inferno (1995)

Intolleranza - Tutti All'Inferno 

Gruppo: Intolleranza

Album: Tutti All'Inferno

Anno: 1995

 

venerdì 15 marzo 2024

VALLE CAUDINA - IMPORTANTE INCONTRO IN PREFETTURA SULLA SICUREZZA | CAUDIUM

VALLE CAUDINA - IMPORTANTE INCONTRO IN PREFETTURA SULLA SICUREZZA | CAUDIUM

Buone notizie sul fronte sicurezza dopo l'ondata di furti degli ultimi mesi. Si spegne lo spinoso caso legato alle decine di effrazioni subite sul territorio. Una serie di episodi che hanno messo la parola fine sulla classica tranquillità Caudina. Riportiamo la nota del Comune di Montesarchio in merito all'importante tavolo di lavoro per la sicurezza delle Caudine e dei Caudini.

“E' stato molto positivo l'incontro del Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica cui ho partecipato oggi a Benevento, convocato da sua eccellenza il Prefetto Carlo Torlontano, con il Questore, i Comandanti provinciali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, gli amici sindaci di Sant'Agata de' Goti e di Airola e i comandanti della polizia locale dei nostri comuni.

Un incontro finalizzato a fare il punto sulla sicurezza in Valle Caudina dopo gli ultimi episodi criminosi. Va segnalato innanzitutto che come conseguenza immediata dell'impiego di unità delle Aliquote delle Squadre di Intervento Operativo dell’Arma dei Carabinieri e del Reparto Prevenzione Crimine Campania della Polizia di Stato c'è stato un calo netto di episodi criminosi.

Inoltre, per quanto attiene Montesarchio, nei prossimi giorni saranno installate altre 14 telecamere di videosorveglianza, di cui 9 in grado di leggere le targhe dei veicoli, in aggiunta alle oltre 40 già esistenti di cui due con lettura targhe: uno strumento fondamentale per la repressione e per la prevenzione di episodi criminosi tanto più se l'utilizzo di tali tecnologie e dei dati raccolti avviene in cooperazione con gli altri comuni della Valle Caudina. Anche il comando di Polizia Locale è stato rinforzato con l'arrivo di due nuovi agenti ed un terzo previsto nel corso del corrente anno.

Inoltre, per consentire un'azione più incisiva delle forze dell'ordine nella repressione e nel contrasto alla criminalità organizzata, ci appelliamo ai cittadini affinché segnalino immediatamente fatti ed episodi che si ritiene possano incidere sulla tenuta dell'ordine e della sicurezza pubblica (es: tentati furti, presenza di veicoli e persone sospetti ecc).

Ringrazio il Prefetto Torlontano per l'attenzione e le forze dell'ordine tutte per il costante lavoro che svolgono per la sicurezza delle nostre comunità”. Lo dichiara il sindaco Carmelo Sandomenico in una nota stampa.

Lo Schiaffo 321 continuerà a seguire la vicenda. 

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SETTE A DUE #goliardia

SETTE A DUE #goliardia

 

giovedì 14 marzo 2024

La bufala di Costantino, l'acqua miracolosa del Partenio e la falsificazione della storia occidentale (seconda parte) | perle


La bufala di Costantino, l'acqua miracolosa del Partenio e la falsificazione della storia occidentale - Costantino il misterioso

I Papi utilizzarono la firma falsificata di Costantino come base per il loro progetto teocratico. Cos'altro hanno inventato sotto il nome di Costantino? In che misura hanno inventato il Costantino di cui avevano bisogno? Quanto credito merita la biografia di Costantino scritta dallo storico clericale Eusebio di Cesarea? 

Eusebio di Cesarea

Questa biografia viene presentata dal suo autore come scritta sulla base di una conversazione diretta con Costantino. Recenti redattori accademici di questa Vita Constantini ammettono che “si è rivelata estremamente controversa”, con alcuni studiosi che sono stati “altamente scettici”.

In effetti, l’integrità di Eusebio come scrittore è stata spesso attaccata e la sua paternità della VC [Vita Constantini] negata da studiosi desiderosi di screditare il valore delle prove in essa fornite, concentrandosi in particolare sui numerosi documenti imperiali citati testualmente nel lavoro.[6]

Si ritiene che la Vita Constantini sia stata scritta in greco, ma era conosciuta solo fino al XIII secolo nella traduzione latina attribuita al leggendario San Girolamo, così come la Storia della Chiesa (l'autobiografia della Chiesa, per così dire) dello stesso autore. Non vi è alcuna garanzia che sia stato scritto in Oriente o prima dell'VIII secolo. Potrebbe essere falso quanto la Donazione di Costantino.

Al di fuori della prosa di Eusebio, non c'è una sola prova che Costantino fosse cristiano, o addirittura favorevole al Cristianesimo. Sono stati conservati due panegirici (discorsi pubblici di lode) di Costantino che non fanno menzione del cristianesimo. In uno si trova invece il racconto di una visione ricevuta da Costantino dal dio solare Apollo, “in segno di vittoria”, dopo la quale Costantino si pose sotto la protezione del Sol Invictus.

Costantino

Ciò che “Eusebio” scrive – e presumibilmente udito dalla bocca di Costantino – sulla battaglia di Ponte Milvio è ovviamente una riscrittura di quel motivo tratto dalla religione imperiale. Quando marciava su Roma per rovesciare Massenzio, ci dice Eusebio, Costantino “vide con i suoi occhi, lassù nel cielo e appoggiato sul sole, un trofeo a forma di croce formato dalla luce, e un testo allegato ad esso che diceva: 'Per questo vincerà'” (I,28). 

La notte seguente, Cristo gli apparve in sogno per confermare la visione. Costantino fece immediatamente dipingere alle sue truppe il segno sui loro scudi - trasformando Cristo in un potente dio militare - e vinse la battaglia. Il nostro autore vuole farci credere che abbia ricevuto questa storia dallo stesso Costantino:

Se lo avesse segnalato qualcun altro forse non sarebbe stato facile da accettare; ma poiché lo stesso imperatore vittorioso raccontò la storia a chi scrive molto tempo dopo, quando ebbi il privilegio della sua conoscenza e compagnia, e la confermai con giuramenti, chi potrebbe esitare a credere al racconto, soprattutto quando il tempo che seguì forniva prove? per la verità di quello che ha detto? (I,28)[7]
Dio Sole Apollo

Non so voi, ma la mia sensazione è che un buon biografo non scriverebbe così. Solo un bugiardo accanito lo farebbe. La menzogna è in realtà provata dal fatto che l'arco costruito da Costantino per commemorare la sua vittoria su Massenzio a Roma contiene numerose rappresentazioni di divinità pagane, e soprattutto del Dio Sole Apollo, ma nessun riferimento a Cristo. Può esserci una prova più forte che “Eusebio” abbia inventato l'incontro di Costantino con Cristo?

Lo stesso autore dice quanto segue a proposito del segno adottato da Costantino come stendardo militare (oggi chiamato labarum):

Questa fu una cosa che l'Imperatore stesso una volta ritenne opportuno concedere anche a me, Dio lo permette. È stato costruito secondo il seguente progetto. Un alto palo placcato d'oro aveva una barra trasversale a forma di croce. In cima all'estremità era stata fissata una ghirlanda intrecciata di pietre preziose e oro. Su di esso due lettere, che con i primi caratteri indicavano il nome "Cristo", formavano il monogramma del titolo del Salvatore, il rho intersecato al centro da chi. Queste lettere l'Imperatore usò portarle anche sull'elmo in tempi successivi. (I,31)[8]

Questo segno Chi-Rho è oggi lo stemma del papato. Ma l’archeologia e la numismatica hanno dimostrato che è antecedente al cristianesimo. Si trova, ad esempio, su una dracma di Tolomeo III Euergetes (246-222 aC) — tra le zampe dell'aquila. Il Chi-Rho compare addirittura su una moneta coniata da Massenzio, che Costantino avrebbe sconfitto proprio con questo segno. È chiaro che il Chi-Rho – o chrismon o cristogramma – era un simbolo Imperiale precristiano rubato dalla Chiesa. Non è chiaro, tuttavia, cosa rappresentasse prima del Cristianesimo.[9]

Trovandosi spesso all'interno entro una ghirlanda vegetale, potrebbe riferirsi ad un principio cosmico associato alla resurrezione della Natura nel periodo pasquale, simbolo dell'Anastasis. E poiché il Chi-Rho appare dietro la testa di Costantino in un mosaico a Hinton St Mary, Dorset, Inghilterra (foto principale), e poiché Costantino amava essere ritratto con una corona solare o radiosa, è probabile che Chi-Rho abbia un significato solare.[10]

Chi-Rho

Alcuni lo vedono come un simbolo preso in prestito dal culto di Mitra, strettamente legato al Sol Invictus. Le analogie tra Mitra e Gesù sono così numerose che Giustino e Tertulliano accusarono Mitra di imitatio diabolica (guarda questo video di dieci minuti o questa presentazione accademica più lunga). Sappiamo anche che diverse chiese italiane, tra cui la Basilica di San Pietro, furono costruite su cripte mitraiche.[11] 

Notare sul frontespizio di San Pietro che la P precede la X, suggerendo un acronimo che inizia con P. Potrebbe essere che il segno fosse originariamente un'abbreviazione latina di PAX? Lo trovo improbabile, a causa della sua frequente associazione con le lettere greche α e ω.

Il punto principale è questo: non abbiamo un solo indizio archeologico che indicasse che Costantino affermasse o addirittura promuovesse la Fede Cristiana. E abbiamo seri motivi per credere che Eusebio abbia mentito. Sappiamo, tuttavia, che si fece rappresentare come il dio del sole Apollo a Roma così come a Costantinopoli, dove c'era una colonna alta 100 piedi sormontata da una statua di se stesso con una corona raggiante. [12] 

Teodosio I

Il Sol Invictus veniva celebrato pubblicamente il 25 dicembre, ma anche ogni domenica (giorno del sole), con una legge emanata nel marzo 321. Poiché il primo riferimento al 25 dicembre come data della nascita di Cristo non è anteriore al 354 (nella Depositio Martyrum ), diciassette anni dopo la morte di Costantino, e poiché fu proprio l'imperatore Teodosio I che nel 380 bandì il culto del Sol Invictus per rendere il 25 dicembre una festa Cristiana, abbiamo prove che il cristianesimo abbia usurpato elementi del culto del Sol Invictus. La ghirlanda sempreverde del Natale è un'eredità dei tempi precristiani.

A proposito, Teodosio era di origine fenicia, e i Fenici erano indistinguibili dagli ebrei (molti, se non la maggior parte, divennero ebrei dopo la caduta di Cartagine). Ciò indica una cospirazione vendicativa fenicio-ebraica per conquistare Roma dall’interno attraverso il Cristianesimo, come ipotizzato Flavio Barbiero (leggi “Come Yahweh conquistò Dio” )? Potrebbe essere per un altro articolo. Ma ricordiamo che anche Sant'Agostino era, molto probabilmente, fenicio (visse a Cartagine e affermava di parlare punico), e che scrisse un elogio di Teodosio (Città di Dio V,26).

 Yahweh conquistò Dio?

Sappiamo che ci fu un cambiamento nella politica religiosa dopo la dinastia di Costantino, quando Teodosio conquistò Roma. Ma il cambiamento potrebbe essere stato molto più radicale di quanto comunemente si pensi. Il culto del Sol Invictus, che Costantino aveva inteso fare della religione unificante dell'Impero, fu sostituito dal culto del Messia ebreo Gesù e del suo dio geloso e teoclastico.[13] 

Il cambiamento potrebbe aver comportato una riscrittura completa della storia recente; Teodosio aveva bisogno di rivendicare la continuità con Costantino, quindi incaricò lo pseudo-Eusebio (che è anche pseudo-Girolamo) di scrivere la “Storia della Chiesa” ufficiale.

I problemi con la fede cristiana di Costantino sono numerosi. Ecco un altro indizio che sta nascondendo qualcosa. Ci viene detto che Costantino convocò e presiedette il primo Concilio di Nicea nel 325, e obbligò tutti i vescovi presenti a firmare la professione di fede redatta per l'occasione contro la dottrina di Ario. Ma lo stesso Eusebio ci racconta anche che Costantino in seguito favorì l'arianesimo e fu battezzato in questa “eresia” dal suo parente Eusebio di Nicomedia, un arianista che aveva nominato patriarca di Costantinopoli. Suo figlio Costanzo II seguì lo stesso credo. 

È credibile che un Imperatore Romano sano di mente invertirebbe così la sua stessa politica e distruggerebbe l'unità della Chiesa che aveva appena imposto? 

Siamo portati a sospettare che il Concilio di Nicea, di cui nessuna traccia sopravvive al di fuori di Eusebio, sia una finzione inventata molto tempo dopo la morte di Costantino. A proposito, l'arianesimo stesso è un grande mistero: non ha lasciato praticamente alcuna traccia materiale conosciuta, anche in Spagna, dove si suppone sia stata la religione dei Visigoti al potere per tre secoli. Questa è una grande perplessità per archeologi come Ralf Bockmann ( “The Non-Archaeology of Arianism”, 2014), o Alexandra Chavarria Arnau (“Finding invisibile Arians”, 2017),[14] suggerendo che ciò che viene presentato oggi come un’eresia cristiana avrebbe potuto essere qualcosa di totalmente diverso. 

Boezio

Che cosa esattamente? È impossibile dirlo, a parte il fatto che resisteva all’affermazione che un uomo potesse essere Dio.

Ci sono tante incongruenze nella storia del Cristianesimo fino agli inizi del VI secolo, che potete leggere nel mio libro Anno Domini. Alcuni sono in realtà accennati in menzioni casuali da parte di ignari studiosi. Ecco, ad esempio, un'osservazione del curatore della Consolazione della filosofia di Boezio (524):

Ciò che notiamo nelle opere di Boezio – almeno in quelle autentiche – è l'assenza di qualsiasi accenno, per quanto lontano, alla religione Cristiana. A giudicare dalle sole sue parole scritte, potremmo essere indotti a credere che questa religione fosse apparsa sulla terra il giorno prima e che i suoi insegnamenti morali e i suoi dogmi fossero ancora confinati nelle catacombe.[15]

Boezio scrisse la Consolazione in attesa della morte ed è considerato un martire cristiano. Sembra plausibile?

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Note

[6] Vita di Costantino di Eusebio , tradotta con introduzione e commento di Averil Cameron e Stuart G. Hall, Clarendon, 1999, a p. 1.

[7] Eusebio, Vita di Costantino, tradotto con introduzione e commento di Averil Cameron e Stuart G. Hall, Clarendon Press, 1999, p. 81.

[8] Eusebio, Vita di Costantino, tradotto con introduzione e commento di Averil Cameron e Stuart G. Hall, Clarendon Press, 1999, p. 81.

[9] https://www.reddit.com/r/AncientCoins/comments/17evfa0/%C3%A6_triobol_of_ptolemy_iii_euergetes_246222_bc/ e https://www.cointalk.com/threads/the-chi-rho-monogram-challenge.350188 /

[10] È dibattuto se questo mosaico raffiguri Cristo o Costantino. Se raffigurasse Cristo, sarebbe la prima rappresentazione di Cristo conosciuta e sarebbe completamente diversa da qualsiasi altra.

[11] Flavio Barbiero, La società segreta di Mosè: la linea di sangue mosaica e una cospirazione che abbraccia tre millenni, Inner Traditions, 2010, pp. 156-165.

[12] Guarda https://www.youtube.com/watch?v=Bk4EL_oaB-E

[13] Sulla natura teoclastica del dio ebraico, leggere Jan Assmann, The Price of Monotheism, Stanford University Press, 2009.

PALESTINA - Il bilancio dopo il 160° giorno di attacchi sale a 31.184 morti, il 72% sono bambini e donne | POLITICA

PALESTINA - Il bilancio dopo il 160° giorno di attacchi sale a 31.184 morti, il 72% sono bambini e donne.

Sono sei mesi che l’entità barbara e criminale non Palestinese bombarda la popolazione civile della Striscia di Gaza: sei mesi di genocidio, che oggi, giovedì 14 marzo, è entrato nel 160° giorno. Massicci attacchi aerei e di artiglieria hanno continuato a colpire quartieri, case, centri di accoglienza e convogli umanitari e a massacrare civili, soprattutto bambini e donne. Il ministero della Salute palestinese ha affermato che i non Palestinesi ha commesso 8 massacri a Gaza nelle ultime ore, uccidendo 72 civili e ferendone altri 129.

Ciò porta il bilancio delle vittime a 31.184 morti, il 72% delle quali sono bambini e donne, mentre decine di vittime rimangono sotto le macerie e nelle strade in quanto l’esercito non palestinese continua a impedire alle squadre di soccorso e ai residenti di raggiungerle. (InfoPal)


mercoledì 13 marzo 2024

LEGGI LO SCHIAFFO 321!

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Città Caudina, Pacca (Pannarano) lascia la presidenza dell'Unione dei Comuni a Fucci (Arpaia). | CAUDIUM

Città Caudina, Pacca (Pannarano) lascia la presidenza dell'Unione dei Comuni a Fucci (Arpaia). 

Si è insediato questa mattina il nuovo Presidente dell'Unione dei Comuni “Città Caudina”: il sindaco di Arpaia, Pasquale Fucci. Il passaggio di consegne con il presidente uscente Enzo Pacca, sindaco di Pannarano è avvenuto a Palazzo San Francesco, sede del Comune di Montesarchio, alla presenza del sindaco Carmelo Sandomenico.

Proprio Carmelo Sandomenico ha voluto rivolgere un augurio a Fucci: “Non posso che fare i migliori auguri all'amico Pasquale Fucci: la Città Caudina è un modello da potenziare e accompagnare per dar voce, una voce più forte e autorevole, al nostro territorio. Sono certo che lavorerà alacremente per questo obiettivo e ovviamente gli assicuro il sostegno e la vicinanza del Comune di Montesarchio. Parimenti ringrazio Enzo Pacca per quanto messo in campo con coraggio e autorevolezza nel corso del suo mandato da presidente.

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VALLE CAUDINA - Arpaia è la mia terra e la amo profondamente ed è qui che voglio stare. #perle

VALLE CAUDINA - Arpaia è la mia terra e la amo profondamente ed è qui che voglio stare.

Proprio perché la amo, mi batto con coraggio per difenderla e il coraggio delle mie azioni sta dando fastidio a molti ma a me non importa. Alcuni che si professano amici, accusano il colpo quando li metto a tacere con risposte intelligenti dinanzi a verità inconfutabili e a fatti compiuti ma quello che importa davvero è impegnarsi per il territorio, in nome della verità e della legalità perché solo cosi potremo risorgere come Popolo. 

Ai falsetti, ignorantelli ed invidiosi dico: la gente per bene, che si impegna e che a differenza di altri è riuscita ad elevarsi, non tiene conto delle azioni meschine perché è solo con l'impegno, con il coraggio e il duro lavoro che si ottengono i risultati, tutto il resto so chiacchiere (ridicole), generate dall' ignoranza e dall' invidia. 

Gente così non avrà mai la mia considerazione né tantomeno potrà mai impensierirmi. L'amore per il territorio va dimostrato, si deve prendere coscienza dei problemi e rimboccarsi le maniche con coraggio ed impegno per cercare di cambiare le cose sennò è inutile. Per fortuna ci sono anche tanti giovani che fanno i fatti e i risultati si vedono. 

Ci sono due tipi di Arpaioli: quelli che con coraggio, cultura, amore per la legalità e per il territorio lottano e si battono per migliorare le cose e poi ci sono quelli limitati, piccoli dentro, succubi di vecchie mentalità e sottomessi a persone che vendono fumo per occhi da annebbiare e questa mentalità ci ha portato all'attuale Arpaia. MA LE COSE CAMBIERANNO perché nel Paese c'è tanta voglia di cambiamento e si riscatto. È solo questione di tempo. Viva Arpaia!

La Voce di Arpaia

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