lunedì 3 agosto 2015

CRITICA ALLA MUSICA CAUDINA


SCHITARRIAMO?

E’ un po’ che non mi soffermo a parlare di musica, la passione viscerale che mi accompagna praticamente da quando sono nato, precisamente da quando mia zia per farmi addormentare metteva la cassetta di Drupi. L'avevo imparata a memoria, ancor prima di capire il significato di tutte le parole che ascoltavo.



In adolescenza l’avvicinamento alla chitarra e le prime noiose lezioni per imparare a “schitarrare”. Poi la militanza in diversi gruppi, parecchi dai nomi improbabili e qualcuno addirittura impronunciabile, uno dei quali mi ha segnato profondamente, non solo musicalmente, ma anche a livello umano.

Col tempo sono diventato incline a pezzi sempre più duri per poi approdare definitivamente al rock 70/80 e dal quale non mi sono mai separato e non credo che lo farò. Fatta questa premessa, vorrei continuare a “parlare” di musica, ma in un’ottica diversa. Voglio focalizzarmi su un fatto che sto pensando da tempo: ma dove sono finite le band caudine?

Una volta ci si rintanava nelle cantine, nelle soffitte rivestite di cartoni di uova e bandiere dei Metallica e dei Guns‘N Roses. Si litigava con i genitori per il volume sempre troppo alto e ci si distruggeva di sigarette perché faceva figo. La cosa importante, però, era suonare. $anguinose economie per comprare la strumentazione, le serate nei locali, compenso birra e panino per tutti e qualche spicciolo per la benzina. I primi tentativi di registrare qualche pezzo col famigerato quattro piste che passava di mano in mano per tutto il paese perché solo uno era riuscito a comprarselo. Ricordo che all’epoca costava un casino e non era ancora arrivato il computer. 
Eravamo felici, quel poco bastava per farci sognare, per farci credere di essere delle star
Le ragazze che ci venivano a sentire, il batterista che “acchiappav” sempre e noi andavamo tutti in bianco (soprattutto io). Nostalgia…

Oggi tutto sembra cambiato. Non si vede più nessuno che porta a spasso una chitarra o un basso. Non si sentono più rumori musicali provenire da lontano. 
Dov’è finita tutta quella musica? 
Forse in quella famigerata “scatola” chiamata computer
Ora, infatti, basta averne uno che non serva solo a perdere tempo a cazzeggiare sui social, un buon software per fare musica ed il gioco è fatto!
Ma dov’è la poesia?

Per carità non voglio tirarmi addosso le ire dei ragazzi che usano la tecnologia per fare musica, ma ripeto, dove è andata la poesia e soprattutto dove diavolo sono le band?

scritto da Fabio Simeone

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