lunedì 3 agosto 2015

IRPINIA ULTRAS NEL MONDO




ATRIPALDA TRICOLORE

Lo Schiaffo 321 sostiene, senza se e senza ma, la causa degli Ultras in Italia ed ovviamente in Valle Caudina. L’aggregazione, lo spirito, lo stile, la genuinità e la goliardia caratterizzano un movimento controcorrente e radicato anche dalle nostre parti. Apriamo il settore per le tifoserie organizzate con l’intervista ad un esponente del gruppo Atripalda Tricolore. Loro da anni volano ovunque al seguito della Nazionale di calcio, spinti da quella concezione della vita che contraddistingue gli Ultras Italiani in ogni angolo del mondo.
Buona lettura e libertà per gli Ultras di tutti i colori!


d- L’Irpinia Ultras da qualche anno è al seguito della Nazionale di calcio. La “pezza Tricolore” Atripalda viene appesa in giro per il mondo. Come nasce quest’avventura?
r- La nostra avventura con il Tricolore inizia dagli Europei in Portogallo nel 2004. Da lì in poi il nostro seguito è stato sempre più costante, fino a diventare una vera e propria "missione", mirata a far conoscere il nome del nostro paese in giro per il globo.

d- Il Movimento Ultras non si è mai innamorato della Nazionale, a differenza del Regno Unito, dove tutte le varie Nazionali hanno un seguito massiccio da tutte le città. Come mai c’è questa mancanza assurda?
r- In Italia, purtroppo, è sempre più difficile avere un seguito massiccio per la Nazionale perché il campanilismo è troppo forte. In passato abbiamo notato che gli altri tifosi europei, che seguono le rispettive Nazionali, non parlano mai del proprio club e quindi vige un codice non scritto che vieta di portare qualsiasi cosa appartenente alla squadra del cuore. Invece noi da buon italiani preferiamo sfoggiare la passione per la propria compagine. Io, da ex ultras dell’UeSse Avellino, viaggio sempre con ragazzi di Bari, Angri, Napoli, Torre del Greco, Casarano, Cagliari ed altre città. Tutte tifoserie al quanto nemiche a livello di club, ma noi riusciamo ad evitare qualsiasi ragionamento che riguarda i club. Esiste un grandissimo rispetto e uno spirito di aggregazione che ci permette di vivere ultras.

d- Ultras Italia e politica. Dopo le “tarantelle bulgare” c’è stato un vistoso ridimensionamento del fenomeno. La militanza può unire, ma anche dividere. Che aria tira sotto i Tricolori?
r- L’aria è buona e qualcosa si sta costruendo, ma dopo Sofia 2008 qualcuno ha mollato. Per il resto quella trasferta ci ha fatto capire che ne dobbiamo mangiare ancora di pane per arrivare ai livelli di altre Nazionali! Noi, comunque, stiamo facendo molto bene adesso, anche a livello numerico. Siamo pronti per la prossima trasferta in Azerbaijan. Dovremmo essere in 30/40, un numero buono se si pensa che dista sei ore di volo e si trova in Asia!

d- Il tifo all’Italiana è conosciuto in tutto il mondo per il calore verso le rispettive città, ma per l’Italia c’è mai stato un sostegno degno di tale nome? In passato qualcosa si è mosso? Come vedi il futuro del movimento?
r- Il futuro lo vedo nero, perché in Italia la repressione ha qualcosa di assurdo. Il Daspo, che per me è assolutamente anticostituzionale, viene applicato per tutte le manifestazioni sportive d 'Europa. Noi ci rendiamo conto di essere molto vessati e anche per fare entrare un Tricolore ci sono controlli serrati. Al peggio non c'è mai fine. Dietro quei Tricolori, però, ci sono ragazzi davvero con mentalità che riusciranno a superare questi momenti bui.

d- Casarano, Nocera Inferiore, Verona, Roma, Napoli, Pescara, Licata, Lucca, Como, Avellino, Bari, Genova, Fondi, Sarno, Angri e tante altre realtà. C’è un coordinamento, oppure è tutto “casuale”?
r- Alla base c'è l’amicizia personale, quindi non esiste un coordinamento ufficiale. La sigla Ultras Italia è una bella invenzione...

d- Atripalda vuol dire Southern. Cosa è rimasto di quella gloriosa storia?
r- Southern è stata la mia vita. Mi sento legato a quel gruppo allo stesso modo della mia famiglia. Ho vissuto anni stupendi al seguito di quello striscione che abbiamo difeso con grande sacrificio ed umiltà per 15 anni. Ne approfitto per ringraziare tutti i miei amici che hanno contribuito a farci rispettare in giro per l’Italia.

d- Eravate in Brasile quando Ciro Esposito ci lasciò dopo gli scontri di Roma. Avete esposto uno striscione in sua memoria. Che strada ha preso il mondo ultras dopo la morte di Ciro?
r- Ciro è stata l’ultima vittima di un sistema sbagliato. Per me è stata una situazione che di ultras ha ben poco. Gli ultras sono, per lo più, leali. Le pistole sono un’altra cosa.

d- Capitolo Coppa del mondo in Brasile (2014). E’ stata una trasfertina tranquilla oppure durante il soggiorno vi siete divertiti da buoni ultras?
r-La trasferta in Brasile? Chi c'era sa. Queste cose restano tra di noi!

d- Esistono “gemellaggi” o “amicizie” nel mondo delle Nazionali, oppure è un tutti contro tutti?
r- Non esistono amicizie. C'è solo il farsi rispettare quando le situazioni lo richiedono. Che sia Malta o la Croazia si è sempre ospite in terra straniera, quindi bisogna essere responsabili della proprie azioni e delle conseguenze. Noi, comunque, cerchiamo di rispettare tutti e tutto!

d- Lo Schiaffo 321 ne pensa di tutti i colori per unire dal Popolo la nuova Caudium. Lanciamo l’ipotesi di una legione Ultras tutta Caudina, visto che in zona ci sono gruppi e gruppuscoli che seguono le rispettive cittadine. Come reputi la Valle Caudina Ultras e cosa consigli per stuzzicare l’interesse verso gli Azzurri?
r- Si deve provare l’emozione di sentirsi orgogliosi di essere Italiani. In questo paese che va alla sfascio noi dobbiamo essere gli ultimi romantici innamorati "del pallone" e della nostra gloria sportiva nel mondo. Bisogna provare! Comunque la Valle Caudina ha sempre dato tanto alla causa ultras, sia per il proprio paese, sia per il vecchio U.S. Avellino 1912. Sono convinto che chi vuol vivere ultras debba iniziare a svegliare gli altri da questo torpore che si è creato negli ultimi anni. Le diffide sono brutte, ma passano!

d-  Infine, saluti, critiche, inviti, schiaffi e liberi commenti…Carta bianca(rossa)verde per te.

r- Ti ringrazio per la tua attenzione e saluto tutti gli Ultras d'Italia, augurandomi di vedere tempi migliori. L’essere ultras non muore mai, il nostro essere è uno stile di vita e vivrà in eterno: Atripalda Tricolore!



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