giovedì 6 agosto 2015

TESORI CAUDINI SEPOLTI




NECROPOLI CAUDINE

I beni culturali costituiscono l’identità di un popolo, minare il patrimonio archeologico, storico e artistico di una nazione significa infliggere a quest’ultima una ferita permanente, producendo danni di assoluto rilievo ben al di là della materiale perdita delle opere sottratte alla fruibilità delle genti, indispensabili alle generazioni future per meglio comprendere il filone storico, culturale e sociale da cui provengono.



Il patrimonio culturale, quindi, quale espressione più alta del popolo che lo ha creato, va tutelato da tutti i cittadini. Per comprendere l’importanza dell'immenso patrimonio storico - artistico nazionale bisogna risalire all'eredità che ci hanno lasciato le grandi civiltà del passato. Non solo quella romana, indubbiamente la più importante, ma anche: gli Etruschi, i Sabini, gli Apuli, i Volsci, i Sanniti, i Dauni, gli insediamenti greci nell’Italia Meridionale (Magna Grecia) gli Elymi, etc., passando attraverso le grandi dominazioni barbariche dei Visigoti, gli Ostrogoti, i Longobardi e le influenze orientaleggianti (bizantina e araba), sino a giungere agli Stati pre-unitari, senza tralasciare il Rinascimento, epoca particolarmente ricca di artisti di valenza mondiale. Queste straordinarie testimonianze hanno reso l'Italia, oltre che la nazione più ricca in tutti i campi dell'arte nelle sue più varie espressioni, anche l'unica nel mondo con la più alta densità di beni culturali per chilometro quadrato, tanto da essere considerata un museo a cielo aperto.


Queste non sono parole mie ma l’introduzione alla raccolta di normative per i beni culturali scritta dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e consultabile sul gruppo Lo schiaffo 321 alla sezione file.
Allora io continuo a chiedermi come sia possibile che tutte le istituzione coinvolte, Comune di Moiano, Provincia di Benevento, Comunità Montana del Taburno, Ministero delle belle Arti e senza minore responsabilità, tutti i cittadini consapevoli possano lasciare in uno stato di abbandono e degrado ciò che anche la legge obbliga a tutelare.


A tal riguardo risulta dubbio anche il comportamento degli stessi “esperti” inviati dal ministero sul luogo del ritrovamento, in effetti si sono comportati così come tutti i tombaroli che hanno nel tempo razziato il territorio, tutti noi abbiamo almeno una volta sentito di ritrovamenti ai piedi del Taburno nel territorio tra Moiano e Sant’Agata, nessuno di noi sa cosa sia stato trovato, infatti i tombaroli cercano la tomba, ne prelevano il contenuto e rinterrano, proprio come hanno fatto gli inviati dal ministero, hanno prelevato i preziosi reperti (per portarli chissà dove con l’assoluta mancanza di interesse del comune di Moiano) prelevato gli intonaci con i preziosi affreschi, senza nemmeno preoccuparsi di scavare tutto intorno alle tombe, questo con un motivo evidentissimo: dato che è certa la presenza di una necropoli Sannita di grandi dimensioni, i tombaroli non hanno interesse a che ciò diventi di interesse del Ministero in quanto non potrebbero più avere a disposizione un serbatoio di tesori, chi è andato per conto del ministero sul luogo si è dimostrato “disponibile” con chi aveva il solo interesse di portare avanti il cantiere senza perdite di tempo. 



Ma io mi chiedo, se a Fratte parlano di necropoli Sannita, perché hanno rinvenuto due fila di mattoni in tufo, noi che abbiamo tombe intatte e ancora da trovare perché non riusciamo a capire che oltre all’interesse archeologico tutelato dalla Legge vi sarebbe un enorme ritorno economico legato al turismo “Intellettuale” di studiosi e ricercatori e il turismo di massa che in siti come Cerveteri si verificano da decenni! Questa è una situazione che va denunciata! Anche mettendosi nei panni di chi ha interessi opposti, con i mezzi attuali a disposizione, una volta ipotizzato il tracciato della Fondo Valle Isclero di cui non intendo sminuire l’importanza, non si poteva verificare con l’uso di un geo radar se lungo il percorso si potevano trovare “ostacoli”



Poco più avanti si sono trovati i resti di una villa Romana, anche in questo caso il Ministero farà o ha già fatto finta di niente?
Il caso del Vaso di Assteass dovrebbe spronare le autorità locali ad aprire gli occhi, per una fortuita casualità si è saputo di quel ritrovamento, ma sapete quante altre cose preziose saranno state ritrovate negli anni? 

Oggi il Ministero dovrebbe essere sollecitato dagli enti locali (che purtroppo sono ancora amministrati in modo ignorante e senza alcuna programmazione o ambizione) ad effettuare almeno delle ricerche superficiali a mezzo geo radar nei luoghi circostanti i ritrovamenti, quello che è la paura “ignorante” sia di chi possiede i terreni sia di chi li governa gli impedisce di godere di una ricchezza sia economica che culturale, ma purtroppo non ne priva solo i proprietari ma tutta la comunità per quanto riguarda il ritorno economico e tutta l’umanità per quanto si attiene all’importanza storica e culturale di queste testimonianze rarissime del popolo Sannita, popolo che ha rivestito una importanza notevole anche nella formazione delle leggi e della società che poi è stata plasmata dai Romani e che purtroppo non ha lasciato molte testimonianze di sè oltre alle tombe e al suo contenuto!



Sarebbe il caso che si verificassero le relazioni fatte dagli esperti inviati dal Ministero all’indomani del ritrovamento e che esito ha dato la verifica di interesse culturale, se si scoprisse che l’esito non sia stato positivo, ci troveremmo di fronte ad un colossale errore se non evidente caso di abuso o corruzione. 
Se invece l’esito è (come credo) stato positivo sarebbe il caso di denunciare il Ministero e tutte le autorità obbligate per Legge alla tutela del sito!

scritto da Giuseppe Falzarano
foto Mariangela Caruso

Nessun commento:

Posta un commento