LA DEA CERERE
Continua l’approfondimento su tematiche storiche prettamente
Caudine. Tornando al ritrovamento della statua lignea sul monte Taburno, la
stessa era nascosta in una grotta e ricoperta dalla vegetazione a 3 chilometri
dal luogo dove sono state rinvenute recentemente delle Tombe Sannite e dove
quasi sicuramente si trova una necropoli di notevoli dimensioni.
Probabilmente la statua originariamente rappresentava
proprio Kerres Dea sicuramente molto cara ai Caudini, prova ne offre anche la
toponomastica dei luoghi, a tre chilometri dalle tombe, verso Dugenta, vi è
ancora oggi una contrada chiamata Cerreta.
Il nome stesso di Cervinara richiama Kerres o la
romanizzazione in Cerere, come anche il nome di Cerreto Sannita, altro comune
di origini Caudine.
Da sempre il
Taburno è stato considerato un monte sacro dai Sanniti, prova ne è il
ritrovamento di varie tombe alle sue pendici, non solo a Sant’Agata dei Goti ma
anche a Moiano e Bonea, viceversa la toponomastica di contrade come Cerreta che
è vicinissimo al termine cerritus che significa "invaso dallo spirito di
Cerere" indica un luogo di
sepoltura o quantomeno di culto legato a Kerres.
Esaminando il periodo storico
del ritrovamento, 1.401 e leggendo le testimonianze del tempo riportate nel
vecchio libro: “Cronica della provincia de Minori osservanti scalzi” riportato
per la parte che riguarda il presente argomento tra i file di “Lo Schiaffo
321”, si evince che la stessa statua apparisse come già nascosta da secoli,
quindi appare poco probabile che rappresentasse la Madonna in quanto non si
avrebbe avuto un valido motivo per nasconderla con cura.
Più probabile appare
la tesi che il popolo Caudino abbia continuato a venerare i propri Dei e a
svolgere i propri riti fin quando la repressione Cristiana del Paganesimo non
raggiunse anche la nostra Valle. Questa ipotesi giustificherebbe la necessità
di nascondere in una grotta una statua lignea di quasi due metri rappresentante
una donna seduta su di un trono con in mano una conchiglia, ad oggi risultano
sicuramente aggiunte, in quanto di carta pesta, la testa e quindi il viso, e il
bambino, sarebbe doveroso prelevare una piccola particina per analizzarla e
risalire all’epoca della sua realizzazione!
Dal punto di vista invece
strettamente cristiano, lasciandosi guidare dal “mistero della Fede” ed
evitando di porsi dubbi e domande, la statua scelse una pastorella sordomuta,
la più umile delle persone che potesse avere il compito di rivelare al mondo la
sua esistenza, e mentre la guariva miracolosamente rendendola capace di sentire
e di parlare, le assegnò il compito di riferire la sua preghiera di essere
tolta da quella grotta e adagiata in un posto più consono alla venerazione da
parte dei fedeli.
In ogni caso la statua del Santuario del Taburno, che molto
probabilmente oggi è situata nella Chiesa di San Domenico in Airola, è
meritevole di valorizzazione, sia essa vista come un rarissimo reperto
archeologico rappresentante una divinità pagana, sia che sia vista come
strumento del Miracolo effettuato dalla Madonna, del tutto simile a quello di
Lourdes e ad altri più noti.
Sempre secondo i racconti dei testimoni di
anni successivi, essa è stata oggetto di ripetuti miracoli allorquando si
scopri un affresco raffigurante la Madonna nella grotta dove era stata portata
via la statua che rimaneva intatto nonostante l’umidità, quando durante i
lavori di costruzione del monastero sgorgò dalla roccia sottostante alla grotta
del ritrovamento una sorgente d’acqua indispensabile per il prosieguo dei
lavori, oppure quando nel 1743 i Dominicani decidevano di abbandonare il
Convento per trasferirsi a Valle, ad Airola in una nuova sede e la statua non aveva
voluto spostarsi, a nulla infatti erano valsi gli sforzi dei Padri per
sollevarla e trasferirla in pianura, cosi come aveva fatto negli anni ottanta
del XVII secolo, quando trasportato in un ospizio a valle, il simulacro di
Maria era tornato miracolosamente a monte (da: Centralismo Romano e
“policentrismo periferico” di Marcella Campanelli).
La considerazione finale è
questa: come conseguenza di miracoli veri o presunti simili a quello della
Madonna del Taburno e alla presenza di sorgenti “miracolose”, si sono
realizzati centri di attrazione di turismo religioso e laico. Nel 1858 il
comune di Lourdes assunse grande notorietà, in Francia e all'estero, a seguito
delle apparizioni mariane di cui sarebbe stata spettatrice la giovane contadina
Bernadette Soubirous, poi canonizzata. Nei decenni successivi la città divenne
una delle più importanti mete di pellegrinaggi e turismo religioso ed oggi
accoglie circa sei milioni di visitatori ogni anno provenienti da ogni angolo
del mondo. Tale flusso ha convertito Lourdes nel secondo centro turistico di
Francia, dopo Parigi, e nel terzo polo internazionale del cattolicesimo. Nel
2011 la città è divenuta anche la seconda località con più capienza alberghiera
di Francia, sempre dopo Parigi.
Spero che la sovrintendenza disponga una verifica a mezzo
geo radar lungo il percorso almeno in prossimità degli scavi per la
realizzazione di piloni!
Voglio sperare che la realizzazione della Città
Caudina, della Nuova Caudium, come piace dire a Valerio, porti una ventata
nuova di valorizzazione del territorio e della storia, una convinzione maggiore
dell’enorme potenziale turistico della nostra valle che oltre a non essere
valorizzato, fino ad oggi ogni ritrovamento archeologico è stato visto come un
“fastidio” perché avvenuto casualmente durante l’esecuzione di lavori pubblici
o privati, è ora che sia direttamente il Ministero o il Museo Sannita ad
attivarsi per la verifica dei siti noti e alla ricerca di nuovi reperti oltre
alla valorizzazione dei tanti già accatastati nei posti più impensabili, come
nel caso di Airola dove sono depositati nel chiosco del Palazzo Monte vergine
che ospita il comune.
Scritto da Airolano Medio fu Ugo Trentuno
CERERE
Nella religione romana Cerere (in latino: Ceres, Cereris e
in osco: Kerri o Kerres o Kerria) era una divinità materna della terra e della
fertilità, nume tutelare dei raccolti, ma anche dea della nascita, poiché tutti
i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni, tant'è che si
pensava avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi. Per questo
veniva solitamente rappresentata come una matrona severa e maestosa, nonché
bella e affabile, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e
un canestro ricolmo di grano e di frutta nell'altra. Il flamine cereale
presiedeva il suo culto.
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